Credenze religiose
L’antica civiltà egizia era politeista, infatti il pantheon era composto da varie divinità, alcune connesse con le città altre con caratteri più generici.
Il re di tutti gli dei era Amon che con la sposa Mut e il figlio Khonsu, formava la triade adorata in particolare nella città di Tebe. Ci sono altri dei come Ptah, dio degli artigiani, Maat, dea della verità e della giustizia. Troviamo altre divinità con la testa di animale e corpo umano come Ptah, Thot e Anubi.
Alcune divinità furono inoltre collegate in racconti mitologici, fra i quali il più famoso è il mito di Osiride nel quale il faraone veniva chiamato Horo durante la vita e Osiride alla morte.
In seguito il faraone Amenofi IV tentò di fare una riforma religiosa, proclamando il monoteismo e cambiando il proprio nome in Akhenaton. Questo sostituì agli dei tradizionali un unico dio Aton rappresentato come un disco da cui partono i raggi solari.
La riforma, dopo la morte del faraone, fu cancellata.
Testo tratto e modificato dalla Guida del Museo, http://www.archeotoscana.beniculturali.it/
L’antica civiltà egizia era politeista, infatti il pantheon era composto da varie divinità, alcune connesse con le città altre con caratteri più generici.
Il re di tutti gli dei era Amon che con la sposa Mut e il figlio Khonsu, formava la triade adorata in particolare nella città di Tebe. Ci sono altri dei come Ptah, dio degli artigiani, Maat, dea della verità e della giustizia. Troviamo altre divinità con la testa di animale e corpo umano come Ptah, Thot e Anubi.
Alcune divinità furono inoltre collegate in racconti mitologici, fra i quali il più famoso è il mito di Osiride nel quale il faraone veniva chiamato Horo durante la vita e Osiride alla morte.
In seguito il faraone Amenofi IV tentò di fare una riforma religiosa, proclamando il monoteismo e cambiando il proprio nome in Akhenaton. Questo sostituì agli dei tradizionali un unico dio Aton rappresentato come un disco da cui partono i raggi solari.
La riforma, dopo la morte del faraone, fu cancellata.
Testo tratto e modificato dalla Guida del Museo, http://www.archeotoscana.beniculturali.it/
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